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Aumento del seno – Mastoplastica additiva

È possibile aumentare le dimensioni e migliorare la forma del seno posizionando un impianto sotto il seno.

Breve riassunto

  • una delle procedure di chirurgia estetica più richieste
  • è possibile scegliere la dimensione desiderata, indossando modelli esterni di silicone all’interno del reggiseno
  • l’incisione è solitamente praticata sotto il seno, ma può essere praticata anche intorno all’areola o sotto l’ascella
  • l’intervento chirurgico dura in media 1 – 1,5 ore
  • l’intervento può essere eseguito in regime ambulatoriale
  • non sono previsti punti di sutura da rimuovere ed è possibile fare la doccia dopo appena due giorni
  • una moderata attività sportiva che non preveda movimenti impegnativi delle braccia, può essere gradualmente ripresa dopo due settimane dall’intervento

In che cosa consiste un intervento di mastoplastica additiva?

La forma e le dimensioni del seno possono essere modificate inserendo un impianto sia sotto il tessuto mammario, sia dietro il muscolo su cui giace il seno (pettorale). Preferibilmente si posiziona l’impianto sotto il muscolo, poiché questo rende il bordo superiore dell’impianto meno evidente. Se il paziente presenta sufficiente tessuto adiposo/ ghiandolare per riempire l’impianto in modo adeguato, è possibile prendere in considerazione il posizionamento della protesi sopra il muscolo. Gli impianti sono di solito inseriti attraverso incisioni praticate nel solco sottomammario (sotto il seno). In alternativa, le incisioni possono essere praticate intorno alle areole (periareolare) o sotto l’ascella.

Quali sono le possibili cause di un seno piccolo?

A volte il seno di una ragazza non si sviluppa molto durante la pubertà. Soggetti con seni molto piccoli o addirittura quasi assenti presentano livelli ormonali compresi nel range di normalità e spesso sono in grado di allattare con successo. La dimensione del seno è determinata geneticamente. Come per la maggior parte delle caratteristiche fisiche umane, la dimensione del seno è distribuita secondo una curva gaussiana a campana. La maggior parte delle donne presentano seni di dimensioni medie, e solo una minoranza dispone di seni molto grandi o molto piccoli. Con l’invecchiamento, il tessuto mammario si riduce gradualmente (atrofia) e scende (ptosi), provocando una modificazione della forma del seno. Questo effetto è amplificato da una gravidanza o dopo una significativa perdita di peso ponderale.

Che cosa è una protesi mammaria?

Una protesi mammaria è costituita da un guscio esterno (envelope di silicone), che può essere piatto o strutturato. Il materiale di riempimento può essere costituito da acqua e sale (denominata soluzione salina), silicone liquido o dal cosiddetto gel di silicone coesivo (forma stabile) di vari gradi di durezza. Gli impianti presentano una forma rotonda o la forma di un seno naturale, denominati lacrime o protesi anatomiche. Noi, solitamente, consigliamo  l’utilizzo di protesi in gel coesivo di silicone. Questi impianti tendono ad avere un aspetto e un tatto più naturale, e hanno meno possibilità di presentare una possibile “increspatura” (visione di onde dell’impianto attraverso la pelle). Gli impianti da noi utilizzati, sono tutti approvati dalla FDA (Food and Drug Administration) e presentano una buona durata. La FDA, prima di approvare una protesi mammaria prevede severi requisiti in termini di documentazione scientifica.

Impianti a goccia o rotondeggianti?

Nei soggetti che presentano un tessuto mammario alquanto ridotto, la forma del seno sarà dettata soprattutto dalla forma dell’impianto. Una protesi rotonda può provocare una eccessiva pienezza nella parte superiore del seno e un pronunciato clivaggio. Tuttavia, la maggior parte delle donne preferisce un look più naturale, di solito realizzato con impianti a goccia.

Il silicone è sicuro?

Qualunque sia il riempimento dell’impianto, lo strato esterno è realizzato con un elastomero siliconico. Molti studi sono stati condotti per determinare se le protesi mammarie a base di silicone possono causare malattie. I risultati indicano che non vi è alcuna evidenza che le protesi a base di silicone siano associate a una aumentata incidenza di cancro al seno, malattie autoimmuni o altre malattie sistemiche.

In che modo è determinata la taglia di una protesi mammaria?

Nel corso del consulto con il chirurgo, la paziente può esprimere le personali preferenze riguardo forma e dimensioni del seno ed eventuali preoccupazioni per quanto riguarda la procedura. Lo specialista avrà quindi tutto il tempo per valutare ogni singolo caso e rispondere appropriatamente a tutti i quesiti posti, in modo che la paziente sia adeguatamente informata riguardo benefici e possibili rischi connessi alla procedura. Sarà eseguita un’accurata e dettagliata valutazione della forma del seno (altezza, larghezza e simmetria), qualità della pelle e aspetto della gabbia mammaria. Per aiutare la paziente a scegliere le dimensioni desiderate del seno, saranno messe a disposizione speciali calibratrici di silicone. Indossando queste calibratrici sotto una maglietta stretta, si avrà la possibilità di avere una visione più precisa del risultato finale. In base alle particolari esigenze della paziente e alla valutazione dello specialista , alla fine , si giungerà alla scelta dell’impianto più appropriato.

A che tipo di anestesia si è sottoposti per eseguire un intervento di mastoplastica?

Un intervento di mastoplastica può essere eseguito in anestesia generale, anestesia locale con sedazione o anestesia locale. Raramente le pazienti scelgono di essere coscienti durante questo tipo di intervento, poiché i disagi a cui si va incontro con la sola anestesia locale sono notevoli. Di conseguenza, è sempre somministrata una sorta di anestesia generale. Grazie alle moderne tecniche anestetiche, è possibile somministrare un’anestesia leggerissima (sedazione) integrata alla somministrazione di un anestetico locale.

Quali sono i tempi di recupero conseguenti a un intervento di mastoplastica?

Solitamente dopo l’intervento le pazienti trascorrono la notte in clinica, mentre se l’intervento è eseguito in mattinata, le pazienti possono lasciare la clinica la sera stessa. Durante la prima settimana, è necessaria l’assunzione di antidolorifici per alleviare il dolore, che altrimenti potrebbe essere piuttosto intenso, in particolare quando l’impianto è posizionato nella zona sottomuscolare. Durante questo lasso di tempo è necessario indossare un reggiseno sportivo per dare al seno un certo tipo di sostegno. Le cicatrici devono essere coperte con nastro chirurgico per un periodo di due settimane ed è preferibile che non siano esposte alla luce diretta del sole per almeno sei mesi. Il paziente può fare la doccia dopo un paio di giorni e il bagno dopo due settimane. Qualsiasi attività sportiva deve essere evitata per almeno due settimane, dopo di che può essere gradualmente ripresa. I seni inizialmente sembrano più grandi a causa del normale gonfiore post-operatorio, e nella maggior parte dei casi questo gonfiore sparirà nell’arco di pochi mesi. In seguito a un impianto sottomuscolare, i tessuti molli e i muscoli, per accogliere pienamente l’impianto, necessitano di un certo periodo di tempo, in questo lasso di tempo la forma del seno continuerà a variare leggermente. Trascorsi sei mesi dall’intervento chirurgico è prevista una visita di follow-up per valutare il risultato finale della procedura chirurgica.

Quali sono i potenziali rischi e complicanze susseguenti a un intervento di mastoplastica?

Oramai da molti anni l’intervento di mastoplastica rappresenta la procedura di cosmesi più popolare. Questo testimonia la sua ineccepibile sicurezza e la capacità di raggiungere nella maggior parte delle pazienti un risultato soddisfacente. Tuttavia, tutte le procedure chirurgiche comportano dei rischi, e la mastoplastica non è affatto un’eccezione.

Il sanguinamento postoperatorio può causare un accumulo di sangue (ematoma) nella tasca attorno all’impianto. È un evento raro (meno dell’1%), comunque un possibile sanguinamento è attentamente bloccato tramite cauterizzazione e, se necessario, durante la procedura è inserito un adeguato tubo di drenaggio. Il tubo di drenaggio evacua il sangue e di solito è rimosso la mattina seguente l’intervento. In caso di ematoma, è necessario riaprire l’incisione, rimuovere la raccolta di sangue e arrestare il sanguinamento.

L’intervento di mastoplastica è eseguito in estreme condizioni di sterilità, ed è praticata un’adeguata profilassi antibiotica. Di conseguenza, i tassi di infezione sono ridotti a meno dello 0,5%. Qualsiasi infezione che potrebbe verificarsi nel tessuto intorno all’impianto, è normalmente trattata con la somministrazione di antibiotici, mentre in casi estremi può rendersi necessaria la rimozione chirurgica della protesi che viene di solito sostituita solo quando l’infezione è completamente cessata.

Una contrazione capsulare può svilupparsi a medio o lungo termine (vedere la questione esposta di seguito). Molto raramente, l’usura meccanica fa sì che l’envelope di silicone possa rompersi. Anche se dovesse insorgere questa complicanza, le protesi riempite con gel coesivo di silicone rimangono compatte e il silicone non si diffonde nel tessuto. Anche se questa complicanza non costituisce alcun pericolo, a tempo debito, l’impianto dovrà essere sostituito o rimosso.

Gli impianti, talvolta possono ruotare nella tasca. Quando si utilizzano protesi rotonde questa complicanza non è problematica, poiché sono sagomate simmetricamente. Tutti gli impianti a goccia sono stati progettati con un rivestimento strutturato per stimolare l’adesione al tessuto mammario e impedirne la rotazione. Se nonostante questa misura preventiva si verifica la rotazione, il volume si sposta e distorce la forma del seno. La rotazione dell’impianto a goccia può essere corretta chirurgicamente.

Il peso dell’impianto potrebbe influenzare le modificazione a cui sono soggette le mammelle a causa dell’età e della gravità. Impianti di grandi dimensioni potrebbero allungare e indebolire l’envelope mammario e causare un cedimento prematuro.

La paziente, nel contemplare un intervento di mastoplastica deve comprendere chiaramente che in molti casi, gli impianti sono palpabili nella parte inferiore esterna del seno. Questo accade più spesso nelle pazienti molto magre con impianti di grandi dimensioni. Una possibile increspatura potrebbe insorgere quando la copertura dei tessuti molli è di piccole dimensioni. Nonostante il posizionamento sottomuscolare i bordi increspati dell’impianto, talvolta, possono essere palpati e visibili nella zona inferiore del seno. Per coprire l’impianto increspato può essere praticato un intervento di trasferimento di adipe (liporiempimento).

La mastoplastica deve considerare anche il look. La regola generale è, che più piccolo è l’impianto, più naturale è l’aspetto del seno. Se per la paziente, palpabilità e look naturale costituiscono temi molto importanti, potrebbe succedere di dover riconsiderare l’intervento di mastoplastica.

L’intervento di mastoplastica lascia cicatrici sul petto e sotto le ascelle. Le cicatrici si dissolvono nell’arco temporale di un anno o poco più, e dopo questo periodo sono raramente visibili. Tuttavia, l’aspetto delle cicatrici varia a seconda dei soggetti.

Risultati estetici poco soddifacenti sono evitati attraverso una meticolosa pianificazione chirurgica. Maggiori informazioni su possibili complicazioni delle protesi mammarie ed eventuali correzioni possono essere trovate al paragrafo revisione della chirurgia del seno.

Che cosa è una capsula?

Quando nel corpo umano è inserito qualsiasi materiale estraneo, esso reagisce costruendo intorno a questo materiale un rivestimento protettivo. Questo rivestimento è simile al tessuto cicatriziale presente sulla superficie della cute dopo un’incisione o una ferita. Quando è inserita una protesi mammaria, questo rivestimento è costituito da una sottile membrana non rilevabile esternamente. Tuttavia, se la reazione all’impianto è eccessiva, la membrana diventa molto più spessa, ed è denominata capsula. In modo simile a una cicatrice ipertrofica, la capsula formatasi intorno alla protesi può diventare stabile e contratta. I più recenti progetti di impianti presentano caratteristiche volte a ridurre la probabilità dell’insorgere di questa capsula. Una contrattura capsulare insorge in circa il 5% dei pazienti e di solito inizia dopo più di un anno dall’intervento chirurgico. Questa contrattura può rivelarsi dolorosa e portare ad una sensazione di anomala rigidità dell’impianto. La contrattura può spostare verso l’alto impianto e distorcere il seno.

In questo caso è necessario un trattamento chirurgico che preveda un allargamento della cavità implantare e la rimozione della capsula. Gli impianti possono essere inseriti in una posizione diversa, con una nuova tasca creata sotto il muscolo. Occasionalmente è garantita la sostituzione dell’ impianto. In questa situazione potrebbe essere preso in considerazione un impianto di poliuretano, associato a un più basso tasso di formazione della capsula.

Dopo l’intervento di mastoplastica è ancora possibile l’allattamento al seno? Interferisce sulla sensibilità del capezzolo?

Un intervento di mastoplastica, di solito non interferisce con l’allattamento ed è stato confermato da studi scientifici la totale assenza di silicone nel latte materno.
La sensibilità del capezzolo può risultare temporaneamente ridotta. Questa situazione è più comune quando è praticata un’incisione intorno all’areola, di solito, è riacquistata nell’arco di pochi mesi ma, in casi isolati, può essere permanente.

Una volta sottoposti a mastoplastica è possibile eseguire la mammografia?

Nell’eseguire la mammografia devono essere adottate particolari protezioni radiografiche per ridurre al minimo l’interferenza delle protesi mammarie (metodo di screening per il cancro al seno). Si tratta di una pratica di routine messa in opera nella maggior parte dei reparti di radiologia. La capacità di rilevare un cancro al seno nelle pazienti sottoposte a intervento di mastoplastica, non è compromessa. La mastoplastica non interferisce con auto-esame del seno, normali esami medici del seno, ecografia o risonanza magnetica.

Prima di sottoporsi ad un intervento di mastoplastica le pazienti con più di 40 anni di età o che presentano una storia di cancro al seno o alle ovaie in famiglia, devono sottoporsi a una mammografia pre-operatoria. In questo caso, sarà eseguita una accurata storia medica e saranno formulate , se necessario, eventuali raccomandazioni per l’esecuzione di ulteriori indagini strumentali al seno.

Quali sono l’età minima e massima per sottoporsi a un intervento di mastoplastica?

Con le giuste indicazioni non vi è alcun limite di età. La salute fisica è molto più importante dell’età.
Per quanto riguarda l’età minima, è consigliato aspettare almeno 7 anni dalla prima mestruazione e che i seni non siano aumentati di dimensioni negli ultimi 2 anni. Di solito la paziente deve avere almeno 18 anni ed essere ragionevolmente certa che i seni si siano sviluppati completamente e che sia in grado di poter rilasciare il proprio consenso.

Può l’abbassamento graduale del seno (ptosi) essere corretto con la mastoplastica?

Un seno minimamente e moderatamente cascante, può essere sufficientemente riempito e opportunamente sollevato con impianti di grandi dimensioni. Tuttavia, in presenza di un significativo rilassamento del seno (ptosi) all’intervento di mastoplastica è associato un intervento di lifting del seno (mastopessi) con una procedura chiamata mastopessi incrementante. Un intervento di lifting al seno rimuove l’eccesso di cute creando un contorno del seno più giovane, e contemporaneamente solleva il capezzolo e l’areola in una posizione più alta. La mastoplastica aumenta il volume del seno e crea un aspetto più equilibrato.

Il seno può essere aumentato di volume con un intervento di trasferimento di adipe (liporiempimento)?

Sì, è possibile. Per informazioni dettagliate sulla procedura seguire il link.